La Comunicazione nelle PMA – Convegno Scienza ed etica in medicina della riproduzione – 7/8 ottobre 2016

Ci ricordiamo tutti il recente flop della comunicazione del fertility day, una campagna mediocre e approssimativa con toni anche razzisti che ha trattato il tema dell’infertilità senza avvicinarsi alle reali problematiche della gente comune.

La campagna della Lorenzin ci insegna come non affrontare mai una tematica così delicata come quella dell’ infertilità. Chi comunica la Pma dovrebbe centrare il problema con delicatezza e sensibilità partendo dalla necessità di dare la possibilità a tutte le coppie di realizzare il proprio desiderio di genitorialità.

Analizzando Il contesto sociale il primo figlio in Italia oggi è programmato all’età di 31,6 anni e crescono le donne over 40 che affrontano la prima gravidanza, dal 2002 al 2012 sono, infatti, raddoppiate dal 3,1 al 6,2%. Le motivazioni che spingono a rimandare il primo figlio sono soprattutto economiche, quindi la mancanza di una stabilità lavorativa. Oggi sul motore di ricerca più diffuso in Italia, ovvero su google, si cercano informazioni e consigli davvero su tutto e quindi anche informazioni relative alla salute. Questo è stato da subito un evento di importanza fondamentale per la Pma. Infatti, la questione dell’infertilità è trattata da numerose testate giornalistiche, dalle tv, da siti tematici, da blog e da forum nonchè sui social media, ma non per questo gli utenti trovano informazioni adeguate che gli permettono di scegliere l’ospedale o la clinica a cui rivolgersi per affrontare il problema. A essere più frequentati, in termine di volume di visite, sono i siti che pubblicizzano maggiormente la propria attività con google adwords o con Facebook ads, ma spesso il risultato in termini di pazienti ottenuti non è al pari con le spese affrontate per la pubblicità, da questo assunto dobbiamo partire per chiederci qual è il vero motivo che spinge gli utenti a scegliere un centro di Pma invece che un altro.

Secondo gli ultimi dati condivisi dai media e confermati dai convegni medici sulla Pma ‘Solo il 3,7% delle coppie infertili si rivolge al Centro di PMA inviato dal proprio Medico di Medicina Generale (MMG); il 18,6% ci arriva grazie al ginecologo o all’andrologo. Internet e TV assumono un ruolo fondamentale, che si attesta al 30%, mentre è il passaparola l’elemento che pesa maggiormente nell’orientare la coppia verso il Centro, con una percentuale pari al 37,6% dei pazienti’.Inoltre a guidare la scelta è la capacità dei ginecologi di instaurare un rapporto empatico con le coppie’. Questo perchè l’infertilità è comunicata efficacemente sul web principalmente dalle persone comuni, che hanno la necessità di condividere un problema con le altre coppie nella stessa situazione, disposte anche a raccontarsi pubblicamente parlando di vittorie, sconfitte, di trattamenti, di centri e di medici. Sono utenti soprattutto di sesso femminile (per il 90%), che si raccontano esperienze e si scambiano consigli sui forum, sui gruppi sul web e su Facebook. A indirizzare la scelta fra un centro di Pma ed un altro sono quindi i consigli che si scambiano le coppie sul web. Una comunicazione efficace sulla Pma è basata sull’ascolto dei pazienti e delle loro esigenze. Bisogna creare siti che contengano contenuti di qualità sul problema dell’infertilità e offrire la propria professionalità medica per consigliare alle coppie il trattamento medico più adeguato. Una comunicazione paziente e rispettosa di un problema così delicato darà certamente buoni frutti, offrendo contenuti medicalmente validi e creando quel buzz positivo su medico e clinica online e offline. Una comunicazione inefficace è invece autoreferenziale e non interattiva con i paziente. Da questo punto di vista i social media, soprattutto Facebook, sono un’occasione importante per avvicinare medici e pazienti; su Facebook i medici possono dare risposte di prima mano agli utenti avvicinandosi alle reali esigenze. Anche google adwords può offrire un valido aiuto ai pazienti che cercano uno specialista a cui rivolgersi, per questo le pagine di google devono essere gestite da professionisti che riescano a comunicare in maniera adeguata. Avete fatto caso al pressapochismo di molte pagine pubblicizzate su google in Italia o a siti di cliniche straniere? I testi non sono neanche tradotti in italiano corretto e i servizi effettuati sono descritti in maniera sommaria, è importante far fronte a questo fenomeno che non tutela i pazienti, creando e diffondendo, invece, contenuti di qualità.

Esistono tanti siti e forum sul web che si occupano di questa tematica, citiamo quelli più utilizzati nell’ultimo anno.

Cerco un bimbo – Pianeta Mamma  – Nostro Figlio  – Vita di donna  – Periodo Fertile  – pourfemme.it farmacoecura.it

Molto importante nella comunicazione della Pma è il ruolo svolto da alcune associazioni a tutela dei pazienti che ha permesso lo scardinamento della legge 40 del 2004. Fra le associazioni più attive:

L’Associazione Luca Coscioni, molto attiva sul web anche con importanti petizioni per i diritti dell’individuo e delle coppie, si batte dal 2004 per il diritto alla fecondazione assistita e per la gratuità della stessa.

La Onlus Hera che ha contribuito allo smembramento della legge 40 battendosi in tribunale per il diritto a procreare di tutte le coppie.

Vitadidonna  che si occupa della salute delle donne e offre assistenza e consulenza legale gratuitamente.

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